venerdì 21 novembre 2008

ELUANA : L'EUROPA ULTIMA SPERANZA

Articolo di PINO CIOCIOLA tratto da Avvenire.

Adesso anche l’Europa si occuperà del caso Eluana. 55185/08 è infatti il nu­mero che la Corte di Strasburgo per i di­ritti dell’uomo ha assegnato al fascicolo appe­na aperto, in seguito al ricorso (mentre altri an­cora ne sono in arrivo) di 34 associazioni con­tro l’interruzione dell’alimentazione di Eluana Englaro autorizzata dalla Cassazione italiana. L’avvocato delle associazioni, Rosaria Elefante, ha fatto sapere che «la Corte ha scelto di segui­re la via ordinaria», e dunque di non attivare u­na procedura d’urgenza, «ma l’importante è che il ricorso sia stato registrato». Così ora «chie- deremo la fissazione, il prima possibile, di un’u­dienza e una comunicazione ufficiale sul caso da Strasburgo al governo italiano». I ricorrenti adesso devono decidere se proseguire nel ri­corso, poi – una volta comunicata la decisione positiva, che è ovviamente scontata – alla Cor­te di Strasburgo toccherà pronunciarsi sulla ri­cevibilità e sul merito. Si tratta di un passo «significativo e importan­te », per il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella: «Evidentemente la Corte ha giudica­to che ci fossero elementi congrui per prende­re in considerazione il ricorso. È molto impor­tante ed indicativo, cioè, che non sia stato re­spinto ». Poi è anche fondamentale – ha conti­nuato – che siano state «proprio le associazio­ni dei malati, finora di fatto inascoltate, ad averlo presentato. La Corte ha cioè considerato che le associazioni dei malati sono direttamente coin­volte e quindi legittimate a presentare ricorso». Il papà di Eluana, Beppino Englaro, è laconico. «Prendo solo atto di quest’altro ostacolo», dice. Aggiungendo di aver «agito con grande limpi­dezza » e usando parole dure con le associazio­ni dei malati che hanno fatto ricorso a Stra­sburgo: «Stanno facendo di tutto per ostacola­re quel che è stato deciso». Infine un annuncio: «Ritengo che non mi resta altra scelta di quella di non parlare più, altri­menti non uscirò mai da questo vortice». Ma an­che un’ultima frase di Beppino che gronda do­lore e suscita un brivido: «Non posso impedire agli altri di parlare e dire quello che vogliono, ma io devo conservare le poche forze che mi ri­mangono per portare a termine quello che de­vo fare. Adesso andrò avanti in silenzio per la mia strada».
Ma le voci di chi s’interroga sulla possibilità che sia posta fine alla vita di Eluana non si spengo­no. Il sottosegretario Roccella torna sulle rifles­sioni del presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Cuccurullo. «Condivido total­mente il suo giudizio sulla sentenza della Cor­te di Cassazione sul caso Englaro. È eutanasia», dice. E annota: «seppure a titolo personale, pro­vengono da una fonte autorevole». Cuccurullo in un’intervista ad Avvenire aveva infatti spie­gato che «Eluana non muore della patologia da cui è affetta, ma di fame e di sete. Anzi, viene fatta morire, quindi si tratta di eutanasia».
A commentare invece duramente è Amedeo Bianco, presidente della Federazione degli Or­dini dei medici (che il 12 luglio scorso disse «i­dratazione e alimentazione sono trattamenti medici»): «Non mi risulta ci sia un pronuncia­mento ufficiale del Consiglio superiore di sa­nità sul caso Eluana, né che Cuccurullo sia sta­to investito per esprimere un parere ufficiale». Una polemica tanto aspra nei toni quanto sor­prendente nelle argomentazioni.



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