sabato 28 novembre 2009

TUNNEL DELLA FONTANABUONA

COMITATO PRO TUNNEL FONTANABUONA-RAPALLO:
tutto pronto per la grande manifestazione simbolica di oggi,
sabato 28 novembre alle ore 15 in Piazza Cavagnari a Cicagna

Pronto documento da fare sottoscrivere ai politici e chiara richiesta di incontro con Min. Matteoli
E al logo si aggiunge un piccone, simbolo della laboriosità e della concretezza del territorio


E' tutto pronto per la grande manifestazione simbolica di domani 28 Novembre alle ore 15 a Cicagna con il blocco simbolico della S.P. 225 organizzato dal Comitato apartitico e indipendente Pro Tunnel Fontanabuona-Rapallo. Tantissime e immediate le adesioni di privati, aziende, intere famiglie e politici di ogni schieramento, pronti a dimostrare pacificamente ma fermamente che il Tunnel è necessario per un intero territorio che comprende non solo la Fontanabuona, tanto che arriveranno delegazioni ufficiali e di semplici cittadini anche dagli entroterra annessi e dalla costa. Chiara la richiesta del Comitato, sostenuto dai Sindaci del territorio "Basta promesse, rimpalli, rimandi e spostamenti in progetti futuribili e incerti - illustra Giansandro Rosasco, portavoce del Comitato - il Tunnel deve essere fatto, deve congiungere la Fontanabuona con Rapallo e deve essere realizzato subito. In pratica deve rimanere come previsto nel progetto per l a Gronda di Ponente." A scanso di equivoci futuri su questa chiara richiesta il Comitato farà firmare ai politici presenti un documento in cui si chiede il TUNNEL SUBITO.

Questo significa prima di tutto chiedere al GOVERNO e ad ANAS di attivarsi per far rientrare il finanziamento nel nuovo progetto del Nodo Autostradale di Genova (GRONDA DI PONENTE) così come già inserito nel nuovo protocollo d’Intesa recentemente votato dal Consiglio Provinciale e dalla Regione Liguria. "Chi vuole posticipare il progetto o inserirlo nella futura gronda di Levante, chi vuole altri tracciati, chi si perde sulle dietrologie ideologiche e partitocratiche del chi ha fatto e chi non ha fatto - incalza Rosasco - significa che non vuole il tunnel". In secondo luogo con questa manifestazione si richiede ai politici di dimostrare con i fatti concreti la loro volontà pro tunnel organizzando al più presto un incontro tra, l’unione dei 12 Sindaci, una rappresentanza del Comitato, ed il massimo vertice del Governo Nazionale, il Ministro delle infrastrutture e dei trasport i Senatore Altero Matteoli.

Il nuovo logo
Intanto al logo del Comitato è stato aggiunto un piccone, a sottolineare la laboriosità e la concretezza di un intero territorio. Il piccone è anche uno strumento forte, concreto che servirà al più presto ad aprire il tunnel. Il piccone verrà simbolicamente portato dal Presidente del Comitato Giansandro Rosasco per portare tutta la sua forza simbolica nel cuore della gente.

Delegazione anche a Santa Margherita
Sempre Sabato 28 novembre una rappresentanza del Comitato e dei Sindaci si recherà a Villa Durazzo dove si svolge il premio Internazionale Santa Margherita Ligure per l'economia. Anche in questo caso si tratterà di una visita pacifica, che non vuole interrompere la manifestazione, ma che vuole consegnare una lettera ai direttori degli organi di informazione nazionali e alle istituzioni presenti. La manifestazione non è stata scelta a caso: per costa ed entroterra il tunnel rappresenta un fattore ECONOMICO vitale.

Riassunto peculiarità del Comitato:
- Arrivare quanto prima alla realizzazione del tunnel che deve essere inserito nel finanziamento della Gronda di Ponente.
- Apartiticità
- Pacificità
- Sostegno all'unione dei Sindaci che pur avendo in mano tessere politiche dei più disparati schieramenti sostengono un unico obiettivo condiviso con i cittadini

mercoledì 25 novembre 2009

"DALLA CROCE ALLA STELLA"

Oggi alle ore 17,30 presso la Sala Presidenziale della Società Economica di Chiavari sarà presentato l'interessantissimo libro di Mavi Cascino e Lorenzo Podestà dal Titolo "Dalla Croce alla stella". Novembre 1969 : i fondatori delle Brigate Rosse nei locali della Curia Vescovile. Bradipolibri editore (TO) 2009.

Interverranno, tra gli altri, Luciano Garibaldi (giornalista) Massimo Mallucci (avvocato) e Paolo Cavallo (giornalista). Moderatore il giornalista Massimiliano Lussana.

Siete Tutti invitati.

FINI

Il mistero di Gianfranco Fini è stato finalmente svelato. Tutti si chiedevano cosa gli fosse successo, perché avesse cambiato così radicalmente opinione; ma nessuno era in grado di spiegare il perché. Ora la spiegazione è arrivata dal libro “Il futuro della libertà” che è in libreria a firma Gianfranco Fini. Leggendo questo libro ci siamo accorti della verità. L’ex leader del Msi e di An ha un gemello omozigote che ha vissuto congelato fin dalla nascita in una cella frigorifera piena di libri. È stato condannato a leggere e studiare fino a diventare un intellettuale, a differenza del fratello parlante.
Questo gemello surgelato, che chiameremo Gianfranco Findus, ha trascorso la sua vita glaciale tra i libri; suo fratello il politico era condannato (…) agli orali, perché parlava nelle piazze, nei parlamenti e nelle sezioni; lui, invece, era condannato agli scritti, perché era costretto a leggere e scrivere e nient’altro. Ora è uscito finalmente allo scoperto pubblicando a firma del gemello politico il libro in questione. Nessuno degli entusiasti recensori e sviolinatori ha avuto il coraggio di dirlo, masi capisce lontano un miglio che l’opera andata in libreria non è stata scritta dal presidente della Camera ma dal fratello nella camera ibernata, l’intellettuale congelato. Lo sveliamo per tutelare la sua fama di politico e non consentire a nessuno di insultarlo come intellettuale o di sostenere che scriva libri «indipendenti dal suo pensiero», per usare una sua stessa espressione rivolta ironicamente verso il direttore di questo Giornale. Preferiamo dire la verità per evitare facili ironie sulla sua inaspettata cultura che finora era riuscito così bene a mascherare; e per prevenire insinuazioni su corsi universitari per corrispondenza o su lauree filosofiche prese al Cepu.
Nel libro del fratello surgelato e colto, autori che Fini il politico non ha mai citato, letto e conosciuto, vengono sciorinati con familiarità in un linguaggio che non è assolutamente
quello usato dal presidente della Camera, dai tempi del Fronte della gioventù a oggi. Ci sono riflessioni filosofiche e teologiche, sottili considerazioni sul nichilismo e sulla sociologia
tedesca, letture per addetti ai lavori, e una gragnuola inverosimile di citazioni, come non figurano nemmeno nei libri degli accademici più enciclopedici. E per modestia o per non caricare il povero fratello politico di oneri insostenibili, il professor Findus non ha pubblicato la bibliografia in fondo e nemmeno l’indice dei nomi. Al povero Bondi che chiedeva a Fini come mai non ha mai citato nel suo libro Berlusconi e non si è mai riferito al suo passato missino, la risposta è semplice: perché questo libro lo ha scritto suo fratello il professore che non conosceva né l’uno né l’altro vivendo nella cella frigorifera. Non c’è neanche un politico citato nel testo, ma solo filosofi, teologi, storici, sociologi, preferibilmente di sinistra, se non comunisti (Hobsbawm, Cassano, Schiavone, Caracciolo, Viesti, Galimberti, Ginsborg e lo stesso Marx). Ammazza come risalta la diversità da suo fratello, quanti riferimenti, allusioni anche velate ad altre opere, rimandi, citazioni implicite. A chi insiste nell’attribuire a Fini la responsabilità di questo libretto intellettuale a scopo pedagogico, propongo un test scagionatorio. Rivolgo le fatidiche dieci domande a Fini desunte dal libro a sua firma:
1) Ci spiega la teoria della crescita in Joseph Stiglitz da lei citata a p. 154?
2) Ci chiarisce se il suo riferimento alla libertà di o alla libertà da, discenda da Isaiah Berlin, da Friedrich von Hayeko da Ralf Dahrendorf (p. 151-3)?
3) Cosa l’ha più colpita del testo filosofico Vita activa di Hannah Arendt, così copiosamente citato (130 e passim)?
4) Pensa di poter applicare il concetto di società liquida di Zygmunt Bauman da lei citato a p. 125, anche alle società del familismo amorale descritto da Edward Banfield, da lei citato a p. 79?
5) Quando cita Alain Besançon definendo il comunismo e il nazismo gemelli eterozigoti (p. 47), allude anche all’eterotelia espressa da Jules Monnerot?
6) Perché preferisce il Nietzsche di Karl Löwith (p. 59) al Nietzsche di Martin Heidegger?
7) Complimenti per i testi filosofici sul razzismo (Gobineau, Rosenberg, Hitler) ma perché cita a tale proposito pure il Mito di Arminio (p. 56-7)?
8) Ama citare Christopher Lasch (p. 68 e passim): è alla sua Cultura del narcisismo che si ispira il suo capitolo dedicato appunto a Narciso?
9) Ci spiega cosa ha voluto dire quando, dopo aver citato Karl Popper e Federico Moccia, invita i giovani a non rifugiarsi «in quella stratosfera di sogni» (p. 124); e da dove le è venuta quella metafora svolazzante sull’«l’Italia-farfalla che dovrà presto librarsi nell’aria» (p. 104)?
10) Quali sono infine i testi di Peter Hahne (p. 75), di Maurice Duverger (144), Ernst Renan (131), Thomas Mann (57) e Arthur Koestler, le opere di Fourier, Owene Saint-Simon (53), di
Roger Scruton (50), Robert Conquest (49) Ulrich Beck, (20) e Pierre Teilhard de Chardin (10) citate nel suo libro? E Lazar, e Furet e Glucksmann, e Stuart Mill e Weber… e mi fermo qui per non spaventare il lettore.
Naturalmente chiedo di rispondermi in diretta, senza usare l’aiuto del pubblico da casa e del suo addetto stampa Aldo Di Lello, colto giornalista culturale che conosce quei testi. Sono certo che non risponderà e questo lo discolperà dall’infamia di essere un intellettuale. Fini è portatore sano del suo testo, potrà abiurarlo più facilmente di ogni altra abiura finora effettuata.
Ma finite le domande a Fini chiedo alla stampa italiana che ha recensito ammirata il libro del professor Findus: ma per voi non conta niente la verità, l’autenticità, il pensiero, l’autore? Per carità, i ghost writer ci sono sempre stati, famoso tra tanti il saggio su Proudhon di Craxi scritto da Luciano Pellicani; ma qui siamo alla sostituzione di persona, il gemello professor Findus al posto di Fini il politico. Ad ambedue rivolgo l’invito a vedere il film Sotto falso nome e a rileggere Il doppio di Otto Rank. Mi auguro solo una cosa: ora che il professor Findus è stato sbrinato, non vorrei che Fini andasse al suo posto nella cella frigorifero. Nascere dalla fiamma e finire in ghiacciaia sarebbe troppo.

Marcello Veneziani
(da “Il Giornale” - 21 novembre 2009)

mercoledì 11 novembre 2009

La Caduta del Muro di Berlino

BUONTEMPO (LA DESTRA) SU MURO DI BERLINO Segnala

“A costo zero è troppo facile partecipare oggi alla ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino da parte di esponenti della sinistra che hanno avuto ruoli importanti nel partito comunista italiano. Quanto meno avrebbero dovuto chiedere scusa agli italiani e recitare il mea culpa per averli ingannati per anni, in quanto, pur essendo a conoscenza dell’esistenza dei gulag, delle prigioni all’interno delle quali la dignità umana veniva calpestata e del fatto che interi popoli, oltre la cortina di ferro, non erano liberi, continuavano a indicare come modello da seguire il ‘paradiso sovietico’”. Lo dichiara il presidente de La Destra, Teodoro Buontempo.

“In Italia – prosegue Buontempo - esisteva il maggiore partito comunista dell’Occidente, che condizionava l’intera politica del nostro Paese agli ordini di Mosca. Oggi, quegli esponenti, che rivestono ancora incarichi importanti nei partiti e nelle istituzioni, non mostrano alcun pentimento per aver seguito le direttive di quel Togliatti che ‘come cittadino sovietico si sentiva di essere migliore del migliore cittadino italiano’ e che, ben foraggiato dal Kgb, illudeva i nostri concittadini con ‘la via italiana al socialismo’”.

“Nella giornata odierna, inoltre – osserva il presidente de La Destra - si è stati costretti a riscontrare che in molti servizi radiotelevisivi, e anche su diversi quotidiani, si è ricordato l’abbattimento del muro senza rammentare che l’oppressione, le uccisioni e le persecuzioni nel mondo sotto l’orbita sovietica, venivano fatte in nome dell’aberrante ideologia comunista. E’ proprio il termine ‘comunista’ che si è tentato di nascondere con una omertà e una complicità vergognose. La caduta del muro significò la fine dell’efferata utopia totalitaria e mostrò il fallimento, anche dal punto di vista economico, del comunismo, che aveva causato centinaia di milioni di morti, non solo nell’Unione Sovietica – conclude Buontempo - ma anche in Cambogia e negli altri Paesi comunistizzati”.

sabato 7 novembre 2009

BURLANDO SE NE FREGA DEL SETTORE ARDESIA

Articolo tratto dalla rete e pubblicato sul SECOLO XIX il 04/11/2009


La Regione, con la legge sul “Piano casa”, ha deluso le aspettative di un settore in crisi: e allora Assolapidei Liguria se ne ricorderà a marzo, al momento delle elezioni. Non corre il rischio di fraintendimenti la posizione assunta dai vertici dell’associazione dopo che in via Fieschi, a Genova, la scorsa settimana il consiglio regionale ha approvato a maggioranza il testo della legge sulla casa. In cui però, nonostante le ripetute richieste fatte da Assolapidei in tal senso, «non ha trovato posto il rispetto del vincolo dell’utilizzo della pietra naturale ligure, l’ardesia, là dove già lo prescrive la norma, lasciando ampi varchi all’utilizzo di pietre non italiane o di ardogres».

Una “dimenticanza” che non ha certo fatto piacere a un settore in crisi, dove le aziende chiudono e i dipendenti restano senza lavoro. «In realtà la legge un minimo lo dà - attacca Sandro Demartini, presidente di Assolapidei Liguria - ma è insufficiente e non tiene conto che l’ardesia va usata dove già esiste e non sostituita». Il riferimento è alla possibilità di un aumento volumetrico del 5 per cento per chi utilizza l’ardesia ligure: «Ma è un incentivo da poco, irrisorio. Su un sottotetto, per esempio, non c’è poi un così grande volume da acquisire - ribadisce Demartini - Lo ripeto, non volevamo la luna, ma un po’ d’attenzione sì».

Così l’associazione, sentito anche il direttore, l’ingegner Danilo Rocca Bonini, ha firmato un comunicato dai toni decisamente duri. «Non si è voluto tutelare né l’ambiente, né il paesaggio, né l’occupazione della regione ligure. E certamente il misero 5 per cento d’aumento per coloro i quali desiderassero utilizzare l’ardesia ligure non può confortare il settore, né ritenere che questo sia stato considerato». E termina in maniera perentoria: «Ancora una volta i fatti non sono stati conseguenti alle promesse. Ne prendiamo atto e attendiamo la prossima primavera». Cioè le elezioni...

«Se i politici non si stimolano un po’, non se ne esce - conferma Demartini sorridendo - Si parlava di questa legge da una vita: poteva essere una boccata d’aria per un settore in crisi, invece è passata con queste modalità. Spero che siano ancora margini per rimediare, per cui un segnale andava dato: non ci sembra che si possa definire forte, ma chiaro sì. Per dire: attenzione, la misura è colma. Tutti parlano di dare aiuti alle aziende: noi non chiediamo tanto, non vogliamo soldi, magari difficili da reperire. Per noi una legge sul “Piano casa” giusta, sarebbe stata un aiuto vero, concreto. Avrebbe consentito al nostro settore di guardare con meno angoscia al futuro. Così non è stato e Assolapidei spera che le cose possano essere cambiate. Se così non sarà, la nostra posizione è chiara». Il sasso, nello stagno del voto, è stato lanciato. Manco dirlo, è un sasso di ardesia.

venerdì 6 novembre 2009

COMUNICATO della Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi R.S.I.

Ass. Naz. Famiglie Caduti e Dispersi della R.S.I.
Delegazione Provinciale di Genova
C. P. 5261
16155 - Genova Pegli

“A egregie cose il forte animo accendono
l’urne dei forti... e bella
e santa fanno al peregrin la terra
che le ricetta”.
FOSCOLO - Dei Sepolcri –



Si Spiritus pro nobis, quis contra nos?
_____________________________





Domenica 8 novembre 2009
Cimitero Monumentale di Staglieno - Genova –
Sacrario dei Caduti della R. S. I.


ore 10,00 - Raduno dei partecipanti presso il monumento ai Caduti dell’Aeronautica

ore 10,30 - Corteo lungo i viali del Cimitero sino al Sacrario dei Caduti della R.S.I.

ore 11,00 - S. Messa commemorativa - (in caso di pioggia la Cerimonia si terrà nel gazebo retrostante il monumento ai caduti dell’Aeronautica)




Là dove, sotto gli occhi dei giudici,
il diritto è abbattuto dall'iniquità e la verità dalla menzogna,
ivi sono abbattuti i giudici stessi.

Yatra dharmo hy adharmena satyam yatrânrtena ca
hanyatepreksamânânam hatâs tatra sabhâsadah.

Manavadharmasastra (codice di leggi indiano), B 5060.



Pietro G. Oddone

mercoledì 4 novembre 2009

IV NOVEMBRE : Festa della Vittoria

"Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Diaz "

CROCEFISSO NELLE AULE DI SCUOLA

CORTE EUROPEA, MUSUMECI: IL NO AL CROCEFISSO E’ PERDITA DELLE NOSTRE RADICI
3 Novembre 2009

«La sentenza della Corte europea di Strasburgo conferma come l’Europa e l’Occidente abbiano perso l’orgoglio della propria identità.»


Lo dichiara Nello Musumeci, dirigente nazionale de La Destra, dopo la decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo di vietare il Crocefisso nelle aule scolastiche.

«Si fa finta di non capire che il Crocefisso, prima di essere un simbolo di fede, per noi europei e italiani costituisce una testimonianza di civiltà, la stessa della quale si sono nutriti per duemila anni i popoli del nostro Continente. Avere rispetto per le altre religioni, non vuol dire doversi vergognare della propria. Con questa sentenza, vince solo il laicismo dilagante, negazione di ogni cultura e fautore del devastante villaggio globale. Da parte nostra – conclude Musumeci – già da domani inizieremo la distribuzione di Crocefissi a quanti vorranno riaffermare il senso delle proprie radici.»

TANTO PER FARCI DUE RISATE .......