domenica 5 ottobre 2008

L'EUROPA E LE BANCHE

Se l’Europa salva le banche infischiandosene dei suoi cittadini

Un vertice a quattro, quello di Parigi, che mette i paletti per salvare il salvabile di una economia europea ormai in recesso e che rischia di crollare rovinosamente sulle spalle di tutti i cittadini dell’Unione.
Tutti concordi da Sarkozy a Berlusconi dalla Merkel a Brown da Barroso alla Banca centrale europea: bisogna salvare le banche europee ed l’intero sistema bancario. C’è chi ha proposto un fondo comune di 300 miliardi per intervenire sul modello Bush come ha fatto Berlusconi, chi invece dice di essere intenzionato a farla pagare ai dirigenti che hanno operato male. Chi invece assicura che la Banca centrale europea, Commissione europea, Ecofin lavoreranno da subito a nuove regole per migliorare la trasparenza dei bilanci e per l’adeguamento delle regole contabili.
Tutto bene, tutto giusto, anche se ci sono dei piccoli particolari che non riesco a comprendere. L’Unione Europea di cui quasi tutte le nazioni del Vecchio Continente fanno parte, salvo alcune eccezioni, è composta da ben 25 Stati, a Parigi si sono riuniti in 4. Certo parliamo di quattro tra le prime otto nazioni al mondo, ma pur sempre quattro rispetto ai 25 dei membri della Ue. Quindi con zero potere decisionale. Insomma, nella ville lumiere si sono incontrati 4 amici all’Eliseo per fare conversazione più o meno di alto livello.
Secondo punto non certo di poca importanza: come sempre si parla di salvataggio delle banche e di un sistema economico. Giustissimo, ci mancherebbe pure che non si facesse. Ma quel che mi chiedo è perché si salvano le banche? Ma dalle banche a noi normali cittadini e correntisti, chi ci salva?
Perché a Parigi non si è puntato il dito contro un sistema bancario al limite dell’usura? Perché non si è puntato il dito contro la Banca Centrale che continua imperterrita a fregarsene delle sofferenze bancarie di milioni di famiglie che hanno contratto un mutuo per la casa a tasso variabile, mantenendo in variati i tassi dopo averli vergognosamente alzati con la scusa dell’inflazione galoppante?
Perché non si è puntato il dito sulle banche private che mostrano serie difficoltà di liquidità dopo essere intervenute per evitare il tracollo economico dovuto agli investimenti effettuati in titoli della Leeman Brothers? Perché non si impone alla Bce il taglio del costo del denaro in modo da poter dare respiro all’economia? Perché la Bce non risponde all’Unione europea bensì a quelle stesse banche private che la Ue tenta di salvare? E questi aiuti da parte dei singoli Stati che potrebbero essere autorizzati da Bruxelles non corrispondono ad aiuti di Stato? Perché allora per le banche questo va bene e per Alitalia, ad esempio, no? Perché si afferma che non ci sono soldi per rinnovo dei contratti o aumento dei salari ma si trovano invece miliardi da riversare nel sistema bancario?
Le risposte le conosciamo tutti. Sono fin troppo banali. Ma quel che fa rabbia è che per assurdo a sostenere le banche saremo sempre noi cittadini. Una beffa nella beffa. Vessati e strangolati dalle banche con mutui che ormai hanno raggiunto, facendo le dovute proporzioni anche tra lira ed euro, livelli simili a quelli degli anni ’70, ora ci ritroviamo a pagare tasse non per i nostri servizi ma per ripianare le casse di questi sciagurati sciacalli, avidi di guadagni.
Del resto da questa Europa, dall’Europa delle banche e dei mercanti, non ci si poteva attendere altro. Un’Europa sempre più vasta territorialmente e sempre più lontana dalle esigenze dei suoi cittadini. Un’Europa che qualcuno vorrebbe plasmare a propria immagine e somiglianza con leggi elettorali liberticida. Una Europa che non sarà mai Unione reale fin quando poggerà le proprie fondamenta sul mercatismo e sull’usurocrazia di un sistema bancario che si autogenera e autoriproduce quasi per inerzia.
Non ci si rende conto che il capitalismo, questo tipo di capitalismo, selvaggio e globalizzato non ha fatto altro che portare il mondo sull’orlo di un baratro del tutto simile, se non peggiore della crisi del 1929.
Un capitalismo d’assalto che ha provocato una frattura netta della società, da un lato i ricchi sempre più ricchi (non è un caso che il commercio legato a prodotti di lusso è in crescita) dall’altra poveri sempre più poveri. Un torrente in piena quest’ultimo, alimentato da quella che un tempo era la media borghesia ma che oggi ha sfondato i cancelli dei meno abbienti.
In fondo aveva ragione Ezra Pound quando affermava che “Non puoi fare una buona economia con una cattiva etica” E qui di etica cattiva ce n’è fin troppa.

Stefano Schiavi

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