mercoledì 22 ottobre 2008

23 OTTOBRE 1956 CINQUANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA RIVOLUZIONE D'UNGHERIA

A cinquantadue anni di distanza dall'invasione di Budapest, vale la pena ricordare i martiri dell'anticomunismo e la vergogna italiana di chi allora inneggiava ai carri sovietici, ed oggi,unico capo di stato che viene considerato indesiderato alle celebrazioni dell'evento, si purifica l'anima con ipocrite condanne. A quanti avessero dimenticato o pensino che il comunismo sia finito, ricordo che il comunismo è morto ma i comunisti purtroppo no.

Avanti ragazzi di Buda, avanti ragazzi di Pest....serrate le fila... che noi scenderemo dai monti!
23 Ottobre 1956: a Budapest migliaia di manifestanti scendono in strada in segno di solidarietà con l'immensa protesta di operai e studenti Polacchi, repressa col sangue un mese prima. Viene abbattuta la statua gigante di Stalin nel parco municipale. Il numero uno del Partito Comunista parla alla radio, insulta gli studenti e gli operai e respinge le loro richieste. Poi ordina alla Polizia politica di sparare sulla folla ammassata davanti al palazzo della radio. Muoiono in dodici! I manifestanti si impadroniscono delle armi di decine di poliziotti che non oppongono resistenza. Nella notte i blindati della 92ma Divisione dell'Armata Rossa entrano a Budapest. Il 25 Ottobre inizia la rivolta in altre dieci città, radio clandestine trasmettono nel Paese, vengono distribuiti giornali clandestini e sono costituiti alcuni Consigli di fabbrica. Il 31 Ottobre i blindati si ritirano dalla capitale. Mosca invia finti negoziatori che, per guadagnare tempo, assicurano che l'Armata Rossa sta lasciando il Paese. Invece, dopo quattro giorni, i carri armati sovietici entrano a Budapest, la gente si difende con armi leggere e bottiglie molotov. I combattimenti continuano fino al 9 Dicembre. Il 12 Dicembre, quando viene istituita la legge marziale, i lavoratori proclamano uno Sciopero Generale che durerà fino al 13 Gennaio, quando viene decisa la pena di morte contro tutti gli scioperanti. Il 20 Marzo il primo ministro si reca a Mosca a rendere omaggio all'intervento sovietico. Il 27 Aprile firmerà gli accordi di "stazionamento temporaneo" di truppe sovietiche in Ungheria. Vi resteranno ancora per trentadue lunghissimi anni!
Quei giovani studenti di Budapest "scesi" per manifestare la loro solidarietà per la città polacca di Poznàn, in cui una manifestazione totalmente pacifica venne repressa col sangue dal Governo Sovietico. Quei giovani si ritrovarono in poco tempo appoggiati da tutto il resto della popolazione civile, trasformando la manifestazione in una rivolta contro l'allora capo del Governo Ungherese, il filo-stalinista Mátyás Rákosi, e la massiccia presenza militare sovietica in Ungheria. Quel giorno caddero tutti i simboli del regime comunista nella Repubblica magiara, a cominciare dall'imponente statua in onore di Stalin. Furono sei giorni di Libertà e Gloria, in cui si cominciò ad auspicare un governo di ispirazione sociale e nazionale: speranze rese però vane quando giunsero i cingolati russi a Budapest. Migliaia di giovani e cittadini barbaramente uccisi per sedare una rivolta nata da un diritto sacrosanto, il diritto alla Libertà per un Popolo di veder rappresentate le proprie istanze all'interno delle Istituzioni, senza però il condizionamento da parte di un altro Stato, per alcun motivo interessato alle problematiche del Paese occupato.
Cinquantadue anni sono passati... i ricordi di quell'evento atroce non sono più rimembrati da nessuno, vuoi perché non c'è più il timore di un'invasione del gigante dell'Est (siamo così sicuri?), vuoi perché all'Occidente borghese e "pasciuto" mai è interessato delle sorti del povero magiaro abbandonato alle fauci dell'Orso brutale di Mosca. Ancora oggi dobbiamo, Noi Europei, le nostre scuse al Popolo Ungherese, sia per il silenzio mostrato ab illo tempore di fronte alla cruenta repressione di una Russia Sovietica che non riuscì né allora né oggi ad essere Europea, sia per le infamità dette da coloro che tutt'ora siedono nelle poltrone delle maggiori Istituzioni del nostro Paese. Personaggi fieri di quel passato, figure squallide che difesero l'invasione sovietica dei territori magiari. Noi militanti di "Gioventù Italiana" intendiamo ricordare i Martiri di Buda con una fiaccolata nelle piazze dei capoluoghi di provincia in ogni angolo della nostra Nazione, dando prova che non dimentichiamo chi lottò per la Libertà del suo Paese. Avanti ragazzi di Budapest! Studenti, braccianti e operai... il Sole non sorge più ad Est!
Nel giorno in cui ricorre il cinquantaduesimo anniversario della Rivolta ungherese, scoppiata il 23 Ottobre del 1956 il movimento giovanile de "LaDestra" manifesta il ricordo dei giovani studenti magiari che scesero in piazza per solidarizzare con la protesta polacca repressa nel sangue. Dopo poco tempo erano più di centomila le donne, gli uomini, i ragazzi magiari a sfilare per le strade di Budapest. A breve sarebbe scoppiata la Rivolta d'Ungheria, un sogno di Libertà infranto dai carri armati sovietici. "Gioventù Italiana" ricorda quei "giorni gloriosi d'Ottobre" e rende così onore alle migliaia di ungheresi che hanno perso la vita combattendo contro la folle dittatura filo-sovietica ed i cingolati di Mosca. Esempio di coraggio, un esempio per tutti i Popoli che lottano contro l'oppressione.

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