venerdì 19 settembre 2008

MOTU PROPRIO di BENEDETTO XVI

Il Papa, rispondendo durante la visita pastorale in Francia alle domande dei giornalisti, ha commentato per la prima volta il Motu Proprio "Summorum Pontificum" che liberalizza i libri liturgici in vigore nel 1962. La ferma e paziente posizione del S. Padre è un chiaro richiamo a quanti, in nome dell'intolleranza e della scarsa lungimiranza pastorale, si sono opposti al documento. Lasciamo al parola a Benedetto XVI:«[...]Il motu proprio è soltanto un atto di tolleranza e di amore pastorale per le persone che sono state formate in questa liturgia e l’amano, la conoscono e voglio vivere con questa liturgia. È un piccolo gruppo, perché presuppone una formazione al latino e una certa cultura. Ma da parte dei vescovi e della nostra Chiesa sembra un’esigenza normale essere tolleranti verso queste persone. Non c’è alcuna opposizione tra la liturgia rinnovata del Concilio Vaticano II e questa liturgia. I padri conciliari ogni giorno hanno celebrato con l’antico rito e allo stesso tempo hanno concepito una liturgia che si è sviluppata. Ci sono degli accenti diversi ma un’identità comune che esclude un’opposizione. Penso che ci sia un possibile arricchimento tra le due parti: gli amici dell’antica liturgia devono conoscere i Santi e i prefazi della nuova, mentre la liturgia nuova, che sottolinea di più la partecipazione comunitaria, non va considerata solo un’assemblea di una certa comunità ma sempre un atto universale. La liturgia rinnovata è la liturgia ordinaria».

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