martedì 16 settembre 2008

BONTEMPO : LE PREFERENZE di VOTO

Le preferenze nell’espressione di voto non sono un fatto tecnico ma di sostanza. Solo restituendo ai cittadini il diritto-dovere di scegliere i propri rappresentanti del popolo, non solo nel Parlamento europeo, ma, spero, in futuro anche per l’elezione di deputati e senatori in Italia, si potrà ripristinare la democrazia e la meritocrazia all’interno dei partiti.
Pensare che anche al Parlamento europeo possano diventare rappresentanti del popolo persone che non si sono mai confrontate con il consenso popolare dovrebbe indignare chiunque svolga attività politica e determinare nell’opinione pubblica una reazione durissima, contro quei partiti e quegli uomini politici che gli vogliono rubare l’unico strumento che hanno a disposizione per migliorare la classe politica e fare sì che questa debba rispondere al bene comune e non agli interessi di chi l'ha nominata.
La Destra, fin dalla sua fondazione, si è data l’obiettivo di battersi per il ripristino della preferenza in tutte le competizioni elettorali e di fare il possibile perché, anche alle europee, le liste non vengano fatte così come si facevano nei regimi comunisti dove, com'è noto, i cittadini dovevano solo subire le scelte del Pcus. Le strutture territoriali de La Destra e i militanti di Gioventù Italiana sono da tempo mobilitate per iniziative politiche, raccolta delle firme e manifestazioni in difesa del diritto di scelta dei rappresentanti del popolo da parte dei cittadini.
Quando la questione della legge elettorale è stata affrontata negli organi di partito, i dirigenti, a stragrande maggioranza, si sono sempre espressi contro la cancellazione delle preferenze. Quanto ha affermato Daniela Santanchè, questa mattina nel corso del programma Omnibus, su La7, risponde solo a valutazioni di carattere personale, che non coinvolgono il partito il quale, anzi, è decisamente contrario a quanto da lei detto. Se Daniela Santanchè non riesce a distinguere valutazioni di carattere personale dal dovere di rappresentare la volontà del partito, specialmente quando si tratta di questioni importanti come quelle della legge elettorale e della identità politica e ideale de La Destra, farebbe bene da dimettersi da portavoce.
La libertà di opinione, dentro un partito, deve essere tutelata e garantita, ma quando si rivestono incarichi di vertice, specialmente nel caso del portavoce, si ha il dovere di esprimere la volontà che emerge nei dibattiti interni. Essendo quello del portavoce un incarico attribuito per nomina, io credo che si ponga un serio problema di incompatibilità, che il partito deve urgentemente affrontare. In questo delicato momento politico, non bisogna ingenerare dubbi su quell’elettorato che oggi, probabilmente più di ieri, è attratto dalla coerente e limpida posizione politica e culturale de La Destra.
Colgo l'occasione per rendere noto che nei prossimi giorni La Destra scenderà in piazza proprio contro il tentativo di eliminare la preferenza nella scelta dei parlamentari europei.
Per quanto riguarda, infine, le donne, credo che siano capaci di tutelarsi da sole, proprio perché la politica non può fare a meno del loro valore aggiunto, ma La Destra non è mai stata favorevole a mettere le donne in una riserva di specie protetta, perché abbiamo conosciuto donne valorose che si sono fatte eleggere dal popolo e non nelle liste bloccate, operando quotidianamente al servizio del cittadino.

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