domenica 12 aprile 2009

TERREMOTO, LA TESTIMONIANZA DI LUIGI D'ERAMO

Per la prima volta nella mia vita ho creduto di morire. Un boato, tutto tremava, le urla di mia madre, tutt’intorno cadeva, lo scricchiolio della mura. Poi la corsa giù per le scale. La mia abitazione non è crollata, ma fuori l’apocalisse. Tutto distrutto in meno di un minuto, mi giravo intorno e non riconoscevo i luoghi dove sono nato e cresciuto. La gente disperata mi implorava di aiutare a scavare perché sotto le macerie c’erano mamme, bambini, studenti, anziani. Ti senti impotente! Il pensiero ai tuoi cari che non sai se sono vivi o morti. Abbiamo pagato un prezzo altissimo, troppo alto. Tanti morti, quasi trecento, migliaia di feriti. Una Città distrutta, una Città che ha perso per sempre i suoi figli, la sua storia, i suoi monumenti, le sue chiese. Si scava ancora nella speranza, sempre più remota, di trovare ancora qualcuno vivo.

Ora siamo accampati nelle tendopoli, come quelle che abbiamo visto per anni in TV nelle tragedie di mezzo mondo. Ora tocca a noi dormire in otto in una tenda senz’acqua, senza luce, senza riscaldamento, ora tocca a noi mangiare alle mense da campo in fila l’uno dietro l’altro. Ma non mi lamento, sono fortunato, non ci sono morti nella mia famiglia. Tanti amici non ci sono più, trenta secondi d’inferno che cancellano una vita di sacrifici. Non so quando riavrò una casa, certo è che l’orgoglio Aquilano ed Abruzzese mi ha già dato la forza per la rivincita.

Un grazie ai Vigili del Fuoco, sempre straordinari, un grazie anche alla Protezione Civile instancabile nella sua opera. Un grazie particolare a Storace, Buontempo, Proietti, che non ci hanno fatto sentire mai soli, a Mignini ed Emanuela Di Giacinto che sono venuti a L’Aquila per portare viveri e giocattoli per i bimbi, frutto della solidarietà di tanti. Grazie al Partito e Gioventù Italiana che ci sono stati e ci sono vicini e molti di loro ci raggiungeranno nelle prossime ore. Grazie ai militanti delle altre Province Abruzzesi sempre presenti in questi giorni di pianto.

09 Aprile 2009, dalla tenda n. 41 del campo sfollati di Bazzano, L’Aquila

Luigi D’Eramo

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