domenica 12 luglio 2009

G.8 : Da Genova a L'Aquila .... alcune riflessioni

Anche quest’anno in occasione del tradizionale appuntamento del G8 molte passerelle e tanta scenografia per i grandi del Pianeta.
Cambiano alcuni protagonisti, ma la consuetudine di questi appuntamenti rimane sempre la stessa, almeno dagli anni ’90 fino ad oggi. Tante sono le promesse fatte, i finanziamenti stanziati, troppe le parole dette.
Quindi, in fin dei conti a cosa servono questi appuntamenti internazionali o europei e soprattutto sono necessari alla soluzione dei grandi temi internazionali ?
Così come era successo a Genova nel 2001 anche a L’Aquila, abbiamo potuto veder sfilare ben 14 big mondiali (qualcuno anche con tenda al seguito), tutto in una atmosfera da “operetta” con un ampio dispendio di uomini e mezzi e con la gente che soffre il caldo nelle tendopoli.
Dall’altra parte invece, le manifestazioni tutt’altro che pacifiche dei no global e della sinistra che ogni anno non perdono occasione per riproporre con forza vecchi slogan propagandistici che non incantano nessuno.
Questi due mondi, completamente separati e opposti fra loro, se andiamo a vedere bene sono molto più vicini di quanto possiamo pensare: entrambi sono uno spaccato certamente minoritario della società che ogni giorno si accinge a confrontarsi con i problemi quotidiani , che vive il fallimento di politiche di mondializzazione e quindi la chiara assenza di soluzioni reali, limpide ai numerosi problemi economici, sociali e politici di ogni paese e anche del nostro.
Due mondi e due visioni di pensiero che comunque vivono distaccati dal sentire comune, dalle richieste e dalle paure della gente.
Forse, ci aspettavamo qualcosa di diverso che anche quest’anno non è arrivato: al centro del vero dibattito nazionale ed internazionale, i cittadini, le loro richieste e le loro sfide a cominciare da quelli delle zone terremotate fino a coloro che si devono confrontare con altre paure come le violenze del fondamentalismo islamico o di una società materialista, priva di morale, avvolta da un consumismo e da un relativismo dirompente.
Quindi, nulla di nuovo sotto il sole, da Genova a L’Aquila restano gli stessi problemi di anni tutt’altro che risolti e in compenso una magra realtà di questi giorni : molto più gossip sui giornali e sicuramente troppi interessi economici.

A.D.

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