mercoledì 11 novembre 2009

La Caduta del Muro di Berlino

BUONTEMPO (LA DESTRA) SU MURO DI BERLINO Segnala

“A costo zero è troppo facile partecipare oggi alla ricorrenza dell’abbattimento del muro di Berlino da parte di esponenti della sinistra che hanno avuto ruoli importanti nel partito comunista italiano. Quanto meno avrebbero dovuto chiedere scusa agli italiani e recitare il mea culpa per averli ingannati per anni, in quanto, pur essendo a conoscenza dell’esistenza dei gulag, delle prigioni all’interno delle quali la dignità umana veniva calpestata e del fatto che interi popoli, oltre la cortina di ferro, non erano liberi, continuavano a indicare come modello da seguire il ‘paradiso sovietico’”. Lo dichiara il presidente de La Destra, Teodoro Buontempo.

“In Italia – prosegue Buontempo - esisteva il maggiore partito comunista dell’Occidente, che condizionava l’intera politica del nostro Paese agli ordini di Mosca. Oggi, quegli esponenti, che rivestono ancora incarichi importanti nei partiti e nelle istituzioni, non mostrano alcun pentimento per aver seguito le direttive di quel Togliatti che ‘come cittadino sovietico si sentiva di essere migliore del migliore cittadino italiano’ e che, ben foraggiato dal Kgb, illudeva i nostri concittadini con ‘la via italiana al socialismo’”.

“Nella giornata odierna, inoltre – osserva il presidente de La Destra - si è stati costretti a riscontrare che in molti servizi radiotelevisivi, e anche su diversi quotidiani, si è ricordato l’abbattimento del muro senza rammentare che l’oppressione, le uccisioni e le persecuzioni nel mondo sotto l’orbita sovietica, venivano fatte in nome dell’aberrante ideologia comunista. E’ proprio il termine ‘comunista’ che si è tentato di nascondere con una omertà e una complicità vergognose. La caduta del muro significò la fine dell’efferata utopia totalitaria e mostrò il fallimento, anche dal punto di vista economico, del comunismo, che aveva causato centinaia di milioni di morti, non solo nell’Unione Sovietica – conclude Buontempo - ma anche in Cambogia e negli altri Paesi comunistizzati”.

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